domenica 20 marzo 2016

SETTIMANA SANTA, PROCESSIONI E PROCESSIONARIE

La Settimana Santa, dalla Domenica delle Palme al Sabato Santo, è il periodo in cui il Cristianesimo celebra gli eventi di fede correlati agli ultimi giorni di vita di Gesù, che comprende in particolare la sua Passione, Morte e Resurrezione.
Nella tradizione popolare della nostra regione numerose sono le rappresentazioni della Settimana Santa, spesso suggestive e famose, come la Sacra Rappresentazione del Mercoledì Santo di Gessopalena e le processioni del Venerdì Santo di Lanciano e Chieti.
Già le processioni !!! Nelle settimane scorse, i più attenti, hanno assistito a processioni di thaumetopoea pityocampa, conosciuta comunemente come processionaria, che con il sacro non ha nulla a che fare se non come meraviglia della natura.

Si tratta di un insetto dell'ordine dei lepidotteri appartenente alla famiglia Notodontidae. Esso deve il suo nome alla caratteristica abitudine di muoversi sul terreno in fila, formando una sorta di "processione". E' uno degli insetti più distruttivi per le foreste, capace di privare di ogni foglia vasti tratti di pinete durante il proprio ciclo vitale.

La processionaria è attiva solo durante i periodi freddi dell'anno, dal momento che trascorre i caldi mesi estivi come bozzolo seppellito sotto terra. Le falene iniziano a emergere dal suolo nel mese di agosto; trascorso qualche giorno iniziano la ricerca di piante adatte per deporre le uova.
Ogni femmina produce un "ammasso" di uova che viene fissato ad un ago dell'albero ospitante. L'ammasso può contenere fino a 300 uova, dalle quali dopo almeno 4 settimane nascono le tipiche larve . Le uova sono completamente ricoperte da scaglie provenienti dall'addome della femmina.
Nonostante la modesta dimensione, le larve sono dotate di forti mandibole in grado di fagocitare i duri aghi già subito dopo la nascita.
In poco tempo, spogliato completamente un ramo, si muovono in fila alla ricerca di nuovo nutrimento.
I bruchi vivono in gruppo e sono nomadi, spostandosi di ramo in ramo costruendo nuovi nidi provvisori, ma verso ottobre formano un nido sericeo, ovvero simile alla seta, dove affronteranno l'inverno .L'attività riprende in primavera e le processionarie, in genere, verso la fine di maggio, ma quest'anno sono in anticipo, si dirigono in un luogo adatto per tessere il bozzolo e lì si interrano ad una profondità variabile di circa 15 cm. Lo stato di crisalide ha durata di circa un mese, ma può prolungarsi anche per uno o più anni.
L’insetto, raggiunta la maturità e avvenuta la metamorfosi, durante il mese di luglio esce dal bozzolo. L’adulto è una falena con ali larghe 3-4 cm, di colore grigio con delle striature marroni; la femmina è solitamente di dimensioni lievemente maggiori del maschio, la loro vita è molto breve: non più di 2 giorni.
Le femmine sono le prime a recarsi sugli alberi ad alto fusto, dove vengono in seguito fecondate dal maschio. Il lepidottero vola alla ricerca della pianta più adatta per la deposizione delle uova e il ciclo ricomincia.
La processionaria, oltre a defogliare piante intere, può costituire un pericolo maggiore per l'uomo e gli altri animali. I peli urticanti dell'insetto allo stato larvale sono velenosi, e in alcuni casi, fortunatamente limitati, possono provocare una grave reazione allergica.
I peli urticanti della processionaria si separano facilmente dalla larva che li porta sul dorso, nel corso di un contatto o più semplicemente sotto l'azione del vento. Data la particolare struttura, terminano infatti con minuscoli ganci, questi peli si attaccano facilmente ai tessuti, pelle e mucose, provocando una reazione urticante data dal rilascio di istamina, sostanza rilasciata anche in reazioni allergiche. Chi avesse ripetuti contatti con la processionaria presenta reazioni che peggiorano con ogni nuovo contatto. In casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico, con pericolo mortale (orticaria, sudorazione, edema in bocca e in gola, difficoltà di respirazione, ipotensione e perdita di coscienza).
In paese i pini del verde pubblico infestati da questi lepidotteri sono tanti e testimoniati dalle foto fatte al paese Vecchio, alla pineta della Morgia ed a quella di Monte Calvario.


L'Amministrazione Comunale nulla ha fatto e nulla sta facendo per evitare la proliferazione della processionaria, per la salvaguardia della salute degli alberi e dei cittadini. E' bene ricordare che pubblicammo il 16 maggio 2015 un post per l'allarme processionaria dal titolo: La cura del verde pubblico e non solo.
Ma siamo convinti che i nostri amministratori, primo o poi qualche soluzione radicale l'apporteranno... i lecci in piazza Roma docet !!!


lunedì 7 marzo 2016

LA VIABILITA' GESSANA

Gennaro Finamore, su “Delle condizioni economiche-agricole di Gessopalena”, edito nel 1872 alla popolazione di Gessopalena che fu indotta a riversarsi nelle campagne, osservava, come i boschi di querce fossero stati distrutti dalla fame di terreni da coltivare e così scriveva : “ Fu bello il gioco ma durò poco (…) Tolti adunque i boschi ed adottate colture intensive, la terra vergine e vigorosa rispose con effetti di fecondità straordinaria. Ma non guarì appresso, i disboscamenti come erano da attendersi cagionarono le frane; la coltura intensiva, senza adatti studi e compensi, produsse l'insterilimento: in guisa che molti fondi furono venduti per l'equivalente del tributo fondiario”.

Il dissesto idrogeologico è l’insieme di quei processi morfologici dall’azione altamente distruttiva sul territorio, poiché avvengono in tempi notevolmente rapidi. Si tratta di frane ed erosioni , il più delle volte causati dall’azione stessa dell’uomo, che ne è anche vittima, ed il Finamore lo testimonia.

L'abusivismo edilizio, il disboscamento indiscriminato, la cementificazione selvaggia, discariche abusive di materiali di scavo ed edili, l'agricoltura intensiva e molte altre attività nocive all’ambiente, come la mancata manutenzione dei fossi di scolo e delle sorgenti, la regimentazione delle acque chiare e scure ecc. ecc., i cui effetti non possono non essere devastanti sul suolo, sulle opere e sull’uomo stesso.

Già, sull'uomo e sulle opere stesse ! Gessopalena è piena di questi disastri e soprattutto sulle strade provinciali e comunali. La strada che da San Rocco portava a Pincianesi è interrotta da anni per frana, provocata da una fogna rotta sotto il piano di calpestio del campo di calcio ed anch'esso non è più praticabile, tanto che il nostro paese non ha più una squadra di calcio.

La condizione della strada provinciale 107 è sotto gli occhi di tutti e siamo in trepida attesa di una sistemazione tanto pubblicizzata, ma non ancora iniziata (vedi articolo precedente).

La strada comunale della Pila resa impraticabile dagli interventi con mezzi pesanti da Terna, per il ripristino della rete elettrica a seguito delle nevicate della primavera 2015.

In questi giorni c'è una “new entry”... la strada detta “della Vedova”, che collega contrada Giardino alla strada per Roccascalegna, intersecandola poco prima del ponte sul Rio Secco. Il fondo stradale ha dovuto supportare il transito di mezzi pesantissimi di una Ditta che sta consolidando il tracciato del metanodotto, riducendola nelle condizioni testimoniate dalle foto.



Da notizie assunte in maniera ufficiosa, il comune di Roccascalegna ha negato il transito a questi mezzi sul suo territorio, che risultava più comodo e vicino alla fondovalle Sangro, apponendo sul tracciato viario segnali verticali di divieto di transito a mezzi pesanti, come da foto, ed inesistenti sul nostro versante.

La situazione generale è gravissima, sono stati riportati solo alcuni esempi. Avremmo potuto parlare anche di altre strade comunali lasciate completamente all'abbandono e ci chiediamo se ci saranno soluzioni per la viabilità gessana, ma soprattutto se i danni cagionati nel passato e nel presente dalle Ditte, saranno da queste riparati.