domenica 3 novembre 2019

PERCHE' IL 4 NOVEMBRE


Perché il 4 novembre è un giorno importante per la storia d'Italia? 

Si ricorda l'armistizio che nel 1918 pose fine alle ostilità tra l'Italia e l'Austria - Ungheria, con la vittoriosa offensiva di Vittorio Veneto. Una vittoria frutto della dedizione, del sacrificio e dell'unità del popolo italiano. Una vittoria che costò la vita a 689.000 italiani mentre, 1.050.000 furono i mutilati e i feriti. Cifre che devono far riflettere, numeri da ricordare. 

Il 28 giugno 1914 uno studente serbo, Gavrilo Princip, sparò due colpi di pistola uccidendo l'arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono d'Austria, e sua moglie Sofia.. L'attentato, di matrice anarchica, innescò una serie di reazioni che culminarono il 28 luglio del 1914 quando l'Austria presentò la dichiarazione di guerra alla Serbia: è l'inizio di un conflitto che, per la prima volta nella storia, assunse un carattere mondiale. L'Austria, la Germania e poi la Turchia scesero in campo contro la Serbia, mentre con quest'ultima si schierarono la Russia, la Francia, l'Inghilterra e poi il Giappone e gli Stati Uniti. 

La guerra sul fronte italiano durò 41 mesi: dal 24 maggio 1915, più di tre anni di freddo e fame sotto il rombo delle artiglierie nemiche, con in prima linea ragazzi provenienti dalle più diverse aree geografiche d'Italia, uniti tutti da una bandiera: il Tricolore. Le perdite italiane in uomini e in materiali furono gravissime. Nel pomeriggio del 3 novembre i delegati austriaci firmarono la resa. L'armistizio, patto di Villa Giusti, entrò in vigore il 4 novembre 1918. Terminò così la guerra sul fronte italo - austriaco, pochi giorni prima della conclusione generale del conflitto, che vide il crollo della Germania e dell'Impero austro – ungarico.

Anche Gessopalena diede un notevole contributo di vittime, elencate sulla lapide della torre civica, posata negli anni trenta, che ricorda i gessani morti nella Quarta guerra di indipendenza, o Prima Guerra Mondiale. L'elenco è incompleto, se ne contano 59, ma in effetti furono sessantasei.

Sessantasei figli della nostra terra, tra i quali uno studente, qualche artigiano ma, soprattutto contadini morti per l'Unità d'Italia, tutti lasciati nel più completo oblio e negli ultimi decenni non è mai stato deposto neanche un fiore in loro memoria. Il monumento al ricordo di essi, manco a dirlo, è ridotto in condizioni a dir poco pietose, a mala pena si riesce a leggere !!! Andrà perso se non si porrà velocemente rimedio alle infiltrazioni di acqua e all'incuria del tempo.

Anche quest'anno, per la manifestazione del 4 novembre, anticipata al 3 novembre, nulla è stato detto a ricordo dei sessantasei gessani che diedero la vita nel 1° conflitto mondiale e nulla e stato fatto, e chissà se mai si farà, per la manutenzione della lapide. Anche il locale gruppo alpini si rese disponibile al restauro della lastra di freddo marmo, ma, al momento, solo chiacchiere !
    VERGOGNA !!!
Il 4 novembre è l'unica festa nazionale che, istituita nel 1919, abbia attraversato le età dell'Italia liberale, fascista e repubblicana.
   Tullio Bozzi