domenica 19 aprile 2020

L'ACQUA BENE COMUNE 2

Ripropongo questo vecchio articolo, pubblicato su questo stesso Blog il 25 ottobre 2019, perché è attualissimo alla luce degli aumenti che la S.A.S.I. S.p.a. ha applicato. Nell'ottobre scorso anticipavo dettagliatamente come sarebbero evoluti tali costi, per evitare "sprechi", secondo le intenzioni della società idrica, ed applicabili retoattivamente dal 2018. La verità è che le società di gestione idrica hanno sempre "sete" di soldi per mantenersi in piedi, non praticano il recupero crediti con la caccia ai morosi, moltissime utenze sprovviste di contatori e non rinunciano al risparmio limitando le assunzioni, al numero sempre crescente di nuovi dirigenti, costi di sedi societarie, consulenze e lavori esternalizzati.

In questo periodo, anche di crisi economica, tanti sono gli utenti in cassa integrazione, artigiani che non possono lavorare, negozi forzatamente chiusi, possessori di partita iva in attesa di contributi statali, ecc. ecc., la S.A.S.I. non ha ritenuto opportuno né di rimandare l'applicazione di tali aumenti né di rateizzare i pagamenti.

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Brutte novità in vista della bolletta dell’acqua: la Deliberazione n° 665/2017 A.R.E.R.A. (Autorità di Regolazione per Energia Reti ed Ambiente), recepita da E.R.S.I. (Ente Regionale per il Servizio Idrico) ed applicata dalla S.A.S.I. (Società Abruzzese per i Servizi Idrici), ha stabilito nuove regole della tariffa del Servizio Idrico Integrato, che diverranno operative entro la fine del 2019.
Due gli obiettivi: uniformare a livello nazionale la classificazione delle diverse categorie di utenze e disincentivare gli sprechi, secondo il principio del “chi inquina (in questo caso chi spreca) paga”.
Vediamo nel dettaglio cosa cambierà:
  • le utenze saranno divise in domestiche e non domestiche. Ognuna di queste tipologie sarà a sua volta distinta in categorie; residenti, non residenti, uso condominiale e industriale, artigianale/commerciale, agricolo/zootecnico, uso pubblico e altri usi;
  • alle utenze domestiche, per la parte variabile del servizio di acquedotto verrà applicata una tariffa pro capite, cioè sulla base del numero dei componenti del nucleo familiare. L’introduzione di questo criterio “dovrebbe” garantire la possibilità di premiare comportamenti virtuosi e, al contrario, disincentivare gli sprechi, secondo un meccanismo che terrà conto del numero di persone che abitano in ogni casa.
Le note dolenti:
l'applicazione di dette regole inizierà entro fine 2019 e, retroattivamente con conguaglio, interesserà anche il 2018. Nella fase di avvio e fino al 1° gennaio 2022, ARERA ha disposto che i Gestori considerino un nucleo familiare standard composto da 3 componenti, lasciando tuttavia la possibilità all’utente di dichiarare la effettiva composizione. Il modello di autocertificazione, disponibile sul sito Web del Gestore dei servizi idrici, dovrà essere inviato all’indirizzo E_mail, in alternativa potrà essere consegnato presso lo Sportello Utenti di zona.


Le tariffe S.A.S.I. dal 2017 al 2019:





Note:
  • gli incrementi dei costi, ai quali saremo sottoposti, vanno da un minimo del 20% ad un massimo di ben oltre il 30%;
  • secondo le fasce dei componenti familiari, pagheranno di più i piccoli nuclei , persone sole, pensionati, magari a basso reddito, fruitori del reddito di cittadinanza, ecc. ecc..
  • sono certo che questi ultimi, per pagare meno e, poiché tutti gli utenti verranno considerati con un nucleo familiare di tre persone, non comunicheranno mai, ammesso che abbiano un Personal Computer, la loro effettiva composizione del nucleo familiare. Al contrario si potrà dichiarare in autocertificazione di avere un nucleo familiare con un gran numero di persone !;
  • alla luce del salasso al quale saremo sottoposti, saremo costretti a consumare meno acqua, meno bucato, meno docce a danno dell'igiene;
  • come per l'acqua, chi inquina paga! Mi piacerebbe che anche la raccolta dei rifiuti urbani (T.A.R.I.), come detto più volte in Consiglio comunale, si pagasse a fronte del peso dei rifiuti conferiti !;
  • quando il Comune gestiva direttamente il servizio idrico, con la stipula del contratto di fornitura, abbiamo pagato i depositi cauzionali, mai restituiti agli utenti gessani, come mai? Con il passaggio alla S.A.S.I. abbiamo pagato nuovamente il deposito. Che fine hanno fatto i depositi cauzionali pagati al Comune? La Società dei servizi idrici, da me interpellata, ha negato che il Comune gli abbia trasferito quelle somme. Si può sapere che fine hanno fatto quei soldi ?;
  • siamo creditori nei confronti della S.A.S.I. ancora delle quote di depurazione come stabilito dalla Sentenza della Corte Costituzionale n°335/2008, che ci diede ragione, per gli anni 2009 e 2010, poiché, il C.d.a. In carica all'epoca ha insistito nell'applicare la “gabella” ben oltre il 2008 !
         T.B.