Gennaro Finamore, su
“Delle condizioni economiche-agricole di Gessopalena”,
edito nel 1872 alla popolazione di Gessopalena che fu indotta a
riversarsi nelle campagne, osservava, come i boschi di querce fossero
stati distrutti dalla fame di terreni da coltivare e così scriveva :
“ Fu bello il gioco ma durò poco (…) Tolti adunque i
boschi ed adottate colture intensive, la terra vergine e vigorosa
rispose con effetti di fecondità straordinaria. Ma non guarì
appresso, i disboscamenti come erano da attendersi cagionarono le
frane; la coltura intensiva, senza adatti studi e compensi, produsse
l'insterilimento: in guisa che molti fondi furono venduti per
l'equivalente del tributo fondiario”.
Il dissesto idrogeologico
è l’insieme di quei processi morfologici dall’azione altamente
distruttiva sul territorio, poiché avvengono in tempi notevolmente
rapidi. Si tratta di frane ed erosioni , il più delle volte causati
dall’azione stessa dell’uomo, che ne è anche vittima,
ed il Finamore lo testimonia.
L'abusivismo edilizio, il disboscamento indiscriminato, la cementificazione selvaggia, discariche abusive di materiali di scavo ed edili, l'agricoltura intensiva e molte altre attività nocive all’ambiente, come la mancata manutenzione dei fossi di scolo e delle sorgenti, la regimentazione delle acque chiare e scure ecc. ecc., i cui effetti non possono non essere devastanti sul suolo, sulle opere e sull’uomo stesso.
Già, sull'uomo e sulle
opere stesse ! Gessopalena è piena di questi disastri e soprattutto
sulle strade provinciali e comunali. La strada che da San Rocco
portava a Pincianesi è interrotta da anni per frana, provocata da
una fogna rotta sotto il piano di calpestio del campo di calcio ed
anch'esso non è più praticabile, tanto che il nostro paese non ha
più una squadra di calcio.
La condizione della
strada provinciale 107 è sotto gli occhi di tutti e siamo in trepida
attesa di una sistemazione tanto pubblicizzata, ma non ancora
iniziata (vedi articolo precedente).
La strada comunale della
Pila resa impraticabile dagli interventi con mezzi pesanti da Terna, per il ripristino
della rete elettrica a seguito delle nevicate della primavera 2015.
In questi giorni c'è una
“new entry”... la strada detta “della Vedova”, che collega
contrada Giardino alla strada per Roccascalegna, intersecandola poco
prima del ponte sul Rio Secco. Il fondo stradale ha dovuto supportare
il transito di mezzi pesantissimi di una Ditta che sta consolidando
il tracciato del metanodotto, riducendola nelle condizioni
testimoniate dalle foto.
Da notizie assunte in
maniera ufficiosa, il comune di Roccascalegna ha negato il transito a
questi mezzi sul suo territorio, che risultava più comodo e vicino
alla fondovalle Sangro, apponendo sul tracciato viario segnali
verticali di divieto di transito a mezzi pesanti, come da foto, ed
inesistenti sul nostro versante.
La situazione generale è
gravissima, sono stati riportati solo alcuni esempi. Avremmo potuto
parlare anche di altre strade comunali lasciate completamente
all'abbandono e ci chiediamo se ci saranno soluzioni per la viabilità
gessana, ma soprattutto se i danni cagionati nel passato e nel
presente dalle Ditte, saranno da queste riparati.
Sempre peggio, che Dio ci aiuti. Però voglio spezzare una lancia a favore della Giunta Lannutti per la cartellonistica stradale perché, in quasi due anni di amministrazione, è stata capace di mettere un cartello (strada senza uscita) su di un accesso privato.
RispondiEliminama perchè finora è stata fatta una assemblea pubblica sull'antenna? forse certa informazione non sa da fare? e perchè?
RispondiEliminaOrmai si è capito come stanno le cose. Questo è il cambiamento. Rassegnamoci.
RispondiEliminaIl cambiamento in questo paese non è solo questo. C'è ben altro. Tempo al tempo e scopriremo la vera strategia di questa amministrazione nuova (ma non tanta).
RispondiEliminaNon si vede più nessuno in giro. Nei giorni di festa che si potrebbe far vivere il paese quelli che dicono di amarlo organizzano le gite lontano....invece di fare come la rocca che sta avanti.....sempre peggio....
RispondiEliminaproprio cosi.è tutto un fuggi fuggi,chi fugge dai problemi preferendo il silenzio e chi fugge dal paese.che bello.
RispondiEliminaNon preoccupatevi, quando avranno bisogno dei nostri voti saranno presenti e pronti ad ascoltare le nostre istanze che, dopo il rito delle elezioni, resteranno lettera morta.
RispondiEliminaGrazie all'eterno silenzio il vecchio ringrazia. Complimenti ai nuovi.
RispondiEliminaSilenzio ed omertà regnano inesorabilmente.
RispondiEliminache fine ha fatto il cambiamento in movimento?
RispondiEliminaTempo al tempo e vedrete che si farà una assemblea pubblica seria. Ci vogliono anni, mica si può fare subito?!
RispondiEliminaVorrei sapere se chi è contrario alle trivelle, è contrario pure alle antenne posizionate a pochi metri dalle case della gente.
RispondiEliminaPer fare la prima e unica assemblea seria occorrono esattamente cinque anni, giusto per fare il comizio della nuova elezione.
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