venerdì 2 settembre 2016

PROCESSO AL CINGHIALE

Parafrasando le parole del Vescovo di Rieti durante i funerali di Amatrice "Il terremoto non uccide, uccidono le opere dell'uomo", aggiungerei che l'uomo non si sofferma a riflettere sulle conseguenze delle sue opere!
Non voglio parlare dell'ultimo evento tellurico che ha colpito alcune regioni del centro Italia, ma dell'incidente mortale sulla fondovalle Sangro, pare a causa di cinghiali presenti sulla carreggiata.
Per fare il punto sull'emergenza cinghiali, si sono riuniti al Altino i sindaci di Gessopalena, Roccascalegna, Altino, Palombaro, Fara San Martino, Taranta Peligna, Colledimacine, Colledimezzo, Pennadomo, Montelapiano, Tornareccio, Palena, Lettopalena, Casoli, Sant'Eusanio del Sangro, Civitella Messer Raimondo, Bomba, Archi, Lama dei Peligni, Montazzoli, Torricella Peligna.
"Problema diffuso su tutto il territorio" è stato detto e "La situazione è insostenibile", sottolineano gli amministratori. "Ci siamo riuniti e, dopo una disamina della situazione, abbiamo deciso di attivare misure straordinarie, come ordinanze sindacali, volte all'abbattimento dei cinghiali, fino alla riduzione ad un numero compatibile con la sicurezza dei cittadini e la salvaguardia dell'agricoltura e delle biodiversità".
Il sindaco di Montenerodomo, Antonio Tamburrino, alla riunione era assente, ma in qualità di "vice presidente ed assessore alla viabilità" della Provincia, avrebbe dovuto essere presente per relazionare sui risultati dell'abbattimento selettivo della specie ungulata, nel caso in cui fosse stata prevista dall'Ente Locale di secondo livello. Visti i buoni rapporti che intercorrono con la nostra municipalità in quanto ad informative su progetti in essere, mi auguro che sia stato informato della riunione e di quanto deciso.
Lo stemma della nostra Provincia è uno scudo sannitico, che reca, in campo d'oro, nella parte inferiore, una testa di cinghiale a simboleggiare che l'animale è presente sul nostro territorio da tempo immemorabile in numero limitato, solo in zone montane e più remote. La specie autoctona, di taglia piccola, poco prolifica e quasi in estinzione, è stata incrociata con la razza ungherese, di taglia più grande e fortemente prolifica, anche per fini venatori. Tale incrocio ha avuto successo, tanto che l'ungulato è ampiamente diffuso ed è presente in ogni dove, dalle zone montane a quelle marine, provocando danni all'agricoltura, ed è avvistato frequentemente anche nei centri urbani, alla ricerca di cibo.
D'accordo al contenimento del numero dei cinghiali, bene all'abbattimento selettivo, ma attenzione, poiché i piani previsti fino ad ora non hanno sortito i risultati sperati. Un sospetto, condiviso da molti, è che intorno al cinghiale si sia sviluppato un fiorente mercato “sotterraneo”, con carne macellata clandestinamente e venduta al di fuori dei circuiti legali, mettendo a rischio la salute dei cittadini. Tale situazione è al contempo di ostacolo a una definitiva risoluzione del problema dell’elevato numero di cinghiali, poiché c’è chi ha interesse a non diminuirne realmente il numero, utilizzando le campagne come veri e propri allevamenti a cielo aperto, a discapito delle coltivazioni agricole.
Il paradosso è che gli allevatori devono obbligatoriamente sottoporre il proprio bestiame a periodici controlli veterinari, come anche i mattatoi e macellerie, mentre tutta la carne derivante dai prelievi di fauna selvatica non viene affatto controllata. Ogni estate leggiamo affissi che pubblicizzano sagre del cinghiale in alcuni paesi della nostra Provincia, ma quale è la provenienza della carne?
Un' ispezione dei carabinieri del N.A.S. e del Servizio Veterinario della A.S.L. di Pescara ha portato, nel comune di Bussi sul Tirino, al sequestro di diverse decine di chilogrammi di carne di cinghiale che non era stata macellata in strutture autorizzate dalla legge, quindi avrebbe potuto nuocere alla salute pubblica. L'iniziativa ha di fatto interrotto una cena popolare a base di cinghiale, la cui raccolta economica sarebbe stata devoluta alle popolazioni terremotate.
Le soluzioni però ci sarebbero, anche per portare un indotto economico sul territorio. La Regione Toscana, per esempio, ha da poco lanciato un ambizioso progetto che punta al duplice obiettivo di valorizzare la filiera della selvaggina sotto il profilo gastronomico e di garantirne il rispetto dei requisiti igienico-sanitario. Il piano prevede un impianto per la conservazione e la macellazione degli ungulati abbattuti. Un piano che potrebbe rivitalizzare da una parte l'economia agricola del territorio e, dall'altra, rendere onore alla tradizione gastronomica.

3 commenti:

  1. Quello della Regione Abruzzo è uno dei calendari venatori 2016/17 che il WWF Italia ha deciso di impugnare quest’anno, dichiara Dante Caserta, vicepresidente del WWF Italia e firmatario del ricorso al TAR Abruzzo. «Siamo stati costretti a farlo di fronte ad una politica filovenatoria della Regione Abruzzo che continua a gestire la fauna senza tenere conto che essa è un patrimonio di tutta la collettività e non l’oggetto di svago della piccola minoranza di cittadini, rappresentata dai cacciatori. Fino a quando la gestione della fauna avverrà sulla base delle richieste dei cacciatori e non su basi tecnico-scientifiche, oltre a consentire l’uccisione di tanti animali e la messa in pericolo di intere specie, si determineranno grandi problemi sociali come è avvenuto con i cinghiali, reintrodotti a scopo venatorio e gestiti solo attraverso i cacciatori, con gli effetti negativi sotto gli occhi di tutti».

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  2. Alla fondovalle sangro questo anno ci sono stati quattro incidenti di cui uno mortale.
    Dite al signor tamburrino che mentre preparano i fucili per i cinghiali potrebbero mettere una rete di protezione

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  3. Scusate tanto ma, sulle nostre strade, gli incidenti stradali sono provocati solo ed esclusivamente dai cinghiali????

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